Corpo: spazio interiore del profondo

Autori

DOI:

https://doi.org/10.5965/25944630812024e4877

Parole chiave:

corpo, casa-spazio-inconscio-tempo, luce, disegno, cure

Abstract

Cerco di portare alla luce l’oscuro nell’essere umano. Inseguo la profondità dell’identità, il mistero e l’inconscio, il desiderio e il sogno.  Questo è l’aproccio di tutto il mio lavoro, dalle installazioni, ai video e disegni, e lo faccio attraverso le simbologie, alcune che ritornano spesso, in lavori diversi, a distanza di anni; come il cerchio e la circolarità, il veliero, la casa, sono tutti legati dallo stesso contenuto. La casa è un rifugio naturale, l’intima dimora, è la caverna misteriosa del nostro essere più profondo. Il cerchio è il rifugio circolare dove risiede l’immagine del ventre; il rannicchiamento materno, dove troviamo l’ombelico della terra. La barca è una dimora acquatica, culla dei viventi, quindi si ricollega al rifugio circolare del ritorno alla madre, all’ombelico della terra, è quindi una cavità profonda; un contenente e un contenuto. Cerchiamo veramente noi stessi nella parte dell’inconscio, ecco perché cerco di dare un linguaggio al pensiero notturno, e portarlo alla luce. Il corpo allora è casa-spazio-inconscio-tempo e il tempo è legato alla memoria. Con gli spilli scrivo un diario di solutidine signica sperimentale. Tra lui e il disegno c’è una metamorfosi comparata in cui il materiale rappresenta la condizione umana, mistica e di dolore e anche la speranza, visto il loro rapporto con la luce. Diventano tracce di segni, emersioni di luminosità, a volte disegnano delle mappe. Tutto questo si trasforma in una condizione di indicibilita’ che è propria dell’animo umano sempre in rapporto al buio e all’oscurita’ sentita come spazio interiore del se, un desiderio di guarigione. 

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Biografia autore

Laura Patacchia, Accademia di Belle Arti di Perugia

Laura Patacchia frequenta l’Accademia di Belle Arti di Perugia e  fin dalle sue prime esperienze il suo lavoro è caratterizzato dalla presenza di elementi filiformi intrecciati, tesi e torti fino a ridefinire le relazioni tra le parti chiamate in causa nella definizione del lavoro. Fili che riempiono lo spazio espositivo limitando la mobilità del corpo dell’autrice e dell'osservatore o fili le cui tensioni sostengono le immagini o gli oggetti che imprigionano, sempre con attenzione all'aspetto cromatico, in una concezione di “disegno spaziale.

Riferimenti bibliografici

JUNG, Carl. O Homem e Seus Símbolos. Rio de Janeiro: Nova Fronteira, 1969.

Pubblicato

2024-02-01

Come citare

PATACCHIA, Laura. Corpo: spazio interiore del profondo. Revista de Ensino em Artes, Moda e Design, Florianópolis, v. 8, n. 1, p. 1–18, 2024. DOI: 10.5965/25944630812024e4877. Disponível em: https://revistas.udesc.br/index.php/ensinarmode/article/view/24877. Acesso em: 17 lug. 2024.